Corali


Il canto e la musica svolgono la loro funzione di segni in una maniera tanto significativa quanto più sono uniti all'azione liturgica, secondo tre criteri principali: la bellezza espressiva della preghiera, l'unanime partecipazione dell'assemblea nei momenti previsti e il carattere solenne della celebrazione.
Il canto è prima di tutto una preghiera e, come tale, esige un profondo raccoglimento interiore e un umile atteggiamento di fronte a Dio. Questo impegno è concretamente facilitato da una buona preparazione alla liturgia: preparazione interiore, anzitutto, perché il cuore sia disposto alla preghiera; preparazione anche esteriore, in modo che cantori, strumentisti e ogni altro animatore svolgano il loro compito primariamente preoccupati del servizio di lode.
La celebrazione dei riti liturgici comporta competenze diverse: accoglienza, animazione del canto corale e di quello dell'assemblea, musica strumentale, lettura, predicazione e testimonianza, azioni rituali e formulazioni di preghiera, presidenza dell'assemblea. La parte più strettamente musicale è affidata, in concreto, a chi anima il canto comune: coristi, direttore del coro, guida dell'assemblea, strumentisti (con il loro duplice compito di accompagnare il canto e di creare uno spazio musicale). Anche se, in pratica, non tutti e non sempre questi servizi sono assicurati nelle nostre assemblee, è pur vero che contribuiscono al buon svolgimento del rito.
Una celebrazione significativa ha bisogno della collaborazione di tutti coloro che vi prestano un servizio. Canto e musica sono parte di un insieme: sarebbe errato affidarli unicamente ai musicisti, come se si trattasse di un aspetto secondario, puramente ornamentale o strettamente tecnico. Canto e musica fanno parte del rito e vanno inseriti nel suo significato globale: non sarebbe giustificato che la celebrazione e gli interventi musicali procedessero come per strade parallele.
Questi elementi conferiscono al canto due dimensioni indispensabili, essenziali:
- la dimensione umana (valore psicologico): strumento di coesioni delle persone (fusione delle voci e dei cuori, dei sentimenti);
- la dimensione poetica: favorisce l’atteggiamento interiore indispensabile alla preghiera, alla meditazione, alla lode, al rapporto con il “mistero”.
In relazione a ciò, nel Rito la Parola di Dio diventa voce che scende per noi; la nostra risposta è voce che sale a Dio, il canto si pone come aggancio con la Parola di Dio e la parola nostra, aiuta l’assemblea a pregare.

Più gruppi si alternano nelle varie domeniche accorpandosi in un sol coro , il “Coro Polifonico”, nelle varie Messe solenni dell’anno liturgico. Il coro si riunisce periodicamente per le prove (vocalizzi, costruzione architettonica della polifonia, fino a raggiungere talvolta anche le quattro voci in alcune composizioni) sotto la guida di un direttore accompagnato all’organo da più organisti, alcuni dei quali sono professionisti . Sebbene non manchino alle volte esecuzioni di brani solo strumentali, il repertorio che si propone è musica liturgica di celebri autori classici (Kyrie, Gloria, Sanctus, Benedictus, Agnus Dei ) e brani di musica moderna (Introito, Alleluia Communio, ecc) i cui testi letterari sono tratti prevalentemente dalla Sacra Scrittura come “Voi chi dite che io sia “, E’ bello dar lode al Signore”, “Lampada ai miei passi”, solo per citarne alcuni A volte, all’organo si affianca qualche altro strumento come la chitarra o il flauto.

Info
Corale Polifonica Parrocchiale Harmonia Mundi:
Loredana Coppola loredana.coppola @live.com 3892665255


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